Poesie

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Carla Freddi

I dipinti di Carla Freddi riflettono e traducono in pittura le raffinate parole che l’artista trasferisce nelle sue poesie. Carla coglie dall’intimo sentire le straordinarie suggestioni che solo gli “Orizzonti”, limiti impercettibili e sensoriali di due entità, geografiche o dell’anima, sanno donare alla realtà. Carla Freddi trasferisce sulla tela l'intimo stato emozionale del suo sentire, creando un’inedita valenza percettiva delle tonalità. Strabilianti atmosfere cromatiche appaiono come evocati sussurri che sferzano i limiti della materia oltre la vibratile caducità del tempo. Intrecci e stratificazioni tonali esaltano la soggettività delle opere, presagio sensibile di altre varianti o ipotesi. Una sensazione di fluidità e rigenerazione crea spirali di spiritualità che emergono dalle diverse opere e appaiono come distinti accadimenti del vissuto o del percepito fra miriadi di emozioni tensive e vibratili. In questo turbinio di evoluzioni, di sequenze nascono i dipinti di Carla Freddi sublimano in tenere emozioni. L’artista si lascia condurre dalla sua intuizione verso gli “Orizzonti” sensibili della vita, dal primo istante, nella luce che illumina la nascita fino al crepuscolo. Il senso dell’Amore atmosferico e cosmico è sempre presente come un fluido universale. Amore per le emozioni che profumano di colore Amore per il silenzio interiore Amore per il colore che divampa e accoglie.... Continua a leggere Prof. Gianluigi Guarneri

ORIZZONTI di Carla Freddi







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COLORE

Il colore mi avvolge col suo tepore,
scalpitano le emozioni,
i sentimenti raccontano.
La bellezza divampa,
un'esplosione
ed il colore mi avvolge.











Incontri con l'autore






Vibrazioni 24


“La materia in sé non esiste. Ogni materia nasce e consiste solo
mediante una forza, quella che porta le particelle atomiche a
vibrare e che le tiene insieme come il più minuscolo sistema solare”
(Max Planck).
Siamo immersi ogni giorno in una quotidianità complessa e barocca,
in continua evoluzione e trasformazione, dove il mutamento
incessante si esplica mediante un aggiungere e
accumulare fittizio di cose su cose, che nasconde la naturalità
autentica, l’essenza, il corrispondersi vibrante delle particelle
elementari dei corpi animati. Questa placida indifferenza ci allontana
da noi stessi, dalle essenzialità più vere e genuine della
nostra essenza singola e relazionale. Il tentativo ultimo compiuto
dai nostri autori mediante l’arte poetica, come scienziati
acuti e appassionati dell’animo umano, è il ritorno all’essenziale:
spogliare le cose dalle stratificazioni culturali celanti, indagando
e comunicando con le impercettibili vibrazioni che
soggiacciono al nostro animo e riscoprire, quindi, la primitiva
e imperscrutabile “liricità” che soggiace alle leggi del mondo.”


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Riflessi


Viene spontaneo collegare, oggigiorno, la parola riflesso e il suo plurale,
riflessi, a una mera condizione di specularità, una vera e propria
conformità alla nostra immagine esteriore. Vi è tuttavia un significato
più profondo e che indica nel riflesso la capacità di un essere
vivente di avere una risposta automatica, istintiva, ad un impulso
che proviene dall’esterno.
Traslata questa definizione fisiologica sul piano poetico-letterario, si
può quindi affermare che Riflessi non si limita a esporre graficamente
una traduzione di vissuti, bensì a mostrare come ogni autore sia un
coacervo emozionale ed esperienziale che, nel riflettere nella e della
scrittura, espone la propria relazione tra sé e il mondo. Solo così il
riflesso può trasformarsi in una mediazione, ovvero nell’atto della
Riflessione, da intendere, seguendo le parole di Freud, come «l’appropriazione
del nostro sforzo per esistere e del nostro desiderio d’essere»
non solo nello hic et nunc, ma nel tempo infinito e discreto del
comporre poetico.


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Prospettive 35


Antica è l’immagine del corpo, della carne, come ciò che, metaforicamente, ingabbia la nostra anima, simbolo di apertura ed infinita potenzialità, in una prospettiva tattile egotista (la più semplice e immediata) rivolta verso la nostra individualità e null’altro. La relazione, nel senso più universale e naturale possibile, è la più grande risorsa in nostro possesso verso la liberazione dell’anima, è ciò che permette alla Psyché, che è anche farfalla, di volare in alto, sempre di più e poi guardare in basso e scoprire di poter abbracciare, con lo sguardo, davvero tutto. Cosa può essere, in una trasposizione concreta, il volo della Psyché se non l’atto poetico in sé? Quell’atto che, unico e solo, sfumai contorni corporei e trascende verso una prospettiva “meta”, ricca di infinite sfaccettature e possibilità. Quell’atto che ci relaziona con l’intimità più profonda di noi e dell’altro aiutandoci ad aprire lo sguardo e ad (ac)coglierele infinite alterità prospettiche che, quasi magicamente, ci preservano da una sterile e cieca auto-prigionia: “Euforia significa vedere le cose sotto una prospettiva tutta particolare. Euforia significa liberazione momentanea dalle imposizioni della carne che invecchia, della carne prudente, esasperante, spaventata”(William Burroughs).


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